IL SOGNO DI VAN GOGH

Ieri è stato l'anniversario della nascita di Vincent Willem Van Gogh, avvenuta il 30 marzo 1853, ben 166 anni fa.

Vincent aveva un sogno.
Voleva dare vita ad una casa di artisti, "l'Atelier du Midi", cui avrebbe voluto ne facessero parte Gauguin, Bernard, Seurat e Signac, ad Arles, cittadina del Sud della Francia da lui eletta a luogo ideale della luce.
Aveva una visione d'insieme, si è sempre sentito un anello parte di una catena.
Voleva condividere ciò che vedeva e ciò che provava, come probabilmente accade a molti di noi: la condivisione, le relazioni, il confronto, per imparare, per crescere, per progredire.
Purtroppo però questo non gli è mai stato riconosciuto.

Paul Gauguin in realtà rispose all'invito di Van Gogh e andò ad Arles.
Vissero per qualche mese insieme nella "casa gialla" ma Paul, così razionale, faticava ad andare d'accordo con l'impulsività di Vincent. Uno amava l'ordine e l'altro il caos e ciò si evinceva anche dai loro dipinti, dove l'uso disciplinato del colore di Gauguin si contrapponeva alla casualità dell'impasto di colore che creava Van Gogh.
Così Gauguin decise di andarsene.
Quando glielo comunicò, Vincent ne rimase scioccato, esterrefatto, strappò così da un giornale, che aveva sottomano, la frase stampata "l'assassino è scappato" e gliela porse, sottintendendo che Gauguin fosse un assassino di sogni e speranze.
Così la sua idea di creare una casa di artisti, svanì tragicamente lasciando in lui una profonda inquietudine che lo porterà dapprima a ferirsi (tagliandosi il lobo di un orecchio) e poi, tra alti e bassi, a vivere alcuni ricoveri.

Le sole cose che hanno saputo dare a Vincent, nella sua travagliata vita, un poco di sollievo, furono due: i colori sulla tela e la corrispondenza col fratello Theo, a cui era molto legato.
Nelle ultime due lettere indirizzate al fratello scrisse: "Però, però alcuni quadri un giorno troveranno degli amatori" - "Ebbene, nel mio lavoro ci rischio la vita e la mia ragione vi si è consumata per metà".
Nulla di più profetico.
I suoi quadri non soltanto hanno trovato degli amatori ma godono di valore inestimabile e lui è considerato uno dei più grandi pittori del XIX secolo.
Morì la notte del 29 luglio 1890 a soli 37 anni.



TROLLBEADS ha voluto rendere omaggio a questo grande artista, con un bead in argento ispirato ai girasoli che Van Gogh ha dipinto in una serie di nature morte.
Il bead, creato dal designer Tomas Cenius, si chiama appunto "Van Gogh" facente parte del set World Tour Olanda; appartiene alla categoria delle "edizioni limitate" (disponibile fino ad esaurimento scorte).
Attraverso i piccoli girasoli in rilievo, che girano tutt'intorno al bead (insieme all'incisione della firma "Van Gogh" visibile ad occhio nudo), che a sua volta girerà intorno alla maglia del bracciale o della collana, il ricordo andrà ai suoi famosi dipinti, al colore giallo che ha amato riprodurre, alle giornate di sole d'estate.
Un bead che non può mancare nella collezione di appassionate ed appassionati dell'artista.


BARBARA STOK, una delle autrici olandesi di graphic novel più conosciute, ha pubblicato (in Italia presso Bao Publishing) "Vincent" (tradotto dal Nederlandese da Laura Pignatti), una graphic novel appunto, in cui ne riassume la vita.
Attraverso le illustrazioni, l'autrice ci accompagna nella vita del pittore, rendendo più facile immedesimarsi e comprenderne gli stati d'animo. Attraverso i testi si entra nell'intimità di alcune lettere e dei dialoghi tra i vari personaggi incorsi nella vita dell'artista.
Un libro da leggere e guardare, rileggere e riguardare più volte senza stancarsene mai.
Emozionante.


E voi? Amate Van Gogh quanto me?

A presto,

Elena




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