Beads e gruppi: intervista a Chiara Parlavecchio, amministratrice del gruppo Malate e Malati di Trollbeads - Beads and groups: interview with Chiara Parlavecchio, administrator of the group "Malate e Malati di Trollbeads"
Oggi si festeggia un compleanno particolare, il compleanno del gruppo Facebook "Malate e Malati di Trollbeads".
Nove sono le candeline su cui soffiare, nove anni in cui il gruppo è cresciuto, si è evoluto, si è preso una pausa ed ora è pronto a ripartire, come si suol dire, alla grande con Chiara Parlavecchio alla guida, che ho intervistato per l'occasione.
Prima di tutto però vorrei scrivere cosa significhi "gruppo" all'interno di Facebook, per chi fosse alle prime armi o per chi mi stesse leggendo pur non conoscendo appieno il variegato mondo dei beads.
Per farlo mi riallaccerò ad un mio articolo scritto qualche tempo fa e che potete trovare completo qui nel blog.
La passione per il mondo dei beads ha fatto sì che nascessero gruppi, principalmente su Facebook, con lo scopo di potersi scambiare informazioni, condividere fotografie dei propri bracciali e collane, cercare i beads ritirati e quindi difficili da reperire senza l'aiuto di qualche "trollina" (aggettivo spesso utilizzato che sottintende una passione per il marchio Trollbeads che, come ho già scritto, è stato il precursore del gioiello componibile).
Il fine è il medesimo, condividere una passione, il mezzo è differente, a seconda di chi gestisce il gruppo.
Se siete alle prime armi con il mondo dei beads, mi sento di consigliarvi di provare ad accedere a questi gruppi, sono un ottimo modo per addentrarsi nella "materia" (azzardo? Beadsologia...dite che ho coniato un nuovo nome?! ;-) ), per conoscere appassionate ed appassionati come voi e per lustrarvi letteralmente gli occhi.
Per accedervi è sufficiente, nella lente di ricerca di Facebook, digitare "beads" e già ne appaiono alcuni, oppure digitare "Trollbeads" e nell'elenco che esce cernitare i vari gruppi.
Andrà fatta una richiesta per poter essere ammessi, alcuni richiedono di rispondere a qualche (semplice) domanda volta più che altro a capire se siete veramente interessati o solamente curiosi, in tal caso, chi non ha interesse alcuno ad entrare in gruppi in cui si parla di beads, non verrà accettato, unicamente per mantenere un certo ordine e una certa serenità.
Ne va da sé che in questi gruppi (che trattano vari marchi) siano nate belle amicizie e alcune dal virtuale siano sfociate nel reale, perché non c'è cosa più bella del potersi guardare negli occhi e magari scambiarsi un abbraccio, anche se, ora come ora, gli abbracci ci sono preclusi.
Io stessa ho avuto modo di allacciare rapporti all'interno di questi gruppi, che sono divenuti vere e proprie amicizie.
Insomma, i gruppi sono divenuti uno spazio virtuale in cui incontrarsi e discorrere delle passioni comuni.
Dopo questa premessa sui gruppi in generale, veniamo a Chiara, per chi non la conoscesse vi lascio due cenni su di lei, dopodiché ci addentreremo nel vivo di "Malate" attraverso la intervista che le ho fatto.
Nel 2002 si è sposata e, nel 2004 , ha lasciato Milano innescando una lunga catena di cambiamenti, sia sotto il profilo lavorativo, che sotto quello sentimentale.
Oggi vive in Piemonte, nella splendida cornice delle Langhe, con il suo compagno Fabio ed i suoi due figli, Mattia e Maila e lavora in un ristorante; nel tempo ha preferito un'occupazione a contatto col pubblico, rispetto la solitudine e le pressioni dei vari ruoli da impiegata occupati negli anni precedenti al matrimonio.
Prima della pandemia, che l'anno scorso ha colpito il nostro Paese e non solo, amava viaggiare, spesso in moto con Fabio, ma anche da sola. Ama le città storiche, ma sovente non riesce a viverle al 100% a causa di un grande limite: le vertigini! Questo esclude dai suoi giri palazzi, torri, cupole, ecc. .
Chiara, la primissima domanda è: come hai conosciuto Trollbeads e in che modo è scoccata la scintilla?
Mi sono avvicinata a Trollbeads l'anno che è nato mio figlio, il 2008, quando andando a comprare DoDo di Pomellato nella mia gioielleria di fiducia, in vetrina ho visto un braccialetto super scintillante e colorato ed è stato colpo di fulmine: quell'inverno acquistai un braccialetto con Chiusura a Fiore, a prezzo di giornata Trollbeads, e un vetro…che non poteva che essere Milano!
L'idea del gruppo nacque da tua sorella Gabriella, in che modo è riuscita a coinvolgerti?
In realtà fui io a coinvolgere lei, con il primo acquisto alla fine del 2011, in ottobre mi pare, durante un evento Trollbeads a Milano in cui me la trascinai dietro. All'epoca ascoltava i miei racconti sul tema guardandomi come se fossi pazza ma poi, di lì a poco, ormai "contagiata", aprì la prima pagina "Malate di Trollbeads" e poi il gruppo.
Sappiamo che hai incontrato Søren Sølvsmed. Come è avvenuto l'incontro, grazie a chi o a quale occasione? E dicci, quanto eri emozionata?
All'epoca Facebook non era ancora così in uso, tantomeno i gruppi a tema, e ogni notizia che ricevevo dalla mia rivenditrice (all'epoca abitavo ad Acqui Terme) era "oro", era "ossigeno" e la riportavo con orgoglio, come fosse l'oracolo. Fu così che grazie a lei venni a conoscenza di una dimostrazione nel Temporary Store Trollbeads di Milano con presente Søren Sølvsmed. Una cosa imperdibile, non fosse per il fatto che ero a due ore di macchina e avevo due figli piccoli (Maila aveva poco meno di 2 anni). Non ci ho dormito tutta la notte.
Così infine io, Gabriella e mio figlio Mattia, ci recammo al negozio e una volta lì davanti, vedendo Søren all'interno, non riuscivo a decidermi ad entrare! Sentivo salire le lacrime per l'emozione, una cosa che non so spiegare.
Preso coraggio, tutto si svolse nella totale normalità: l'acquisto dei beads, la copia autografata da Søren del libro "Trollbeads, un'icona di design di gioielli", i convenevoli con il "vip".
Poi, colta da un attacco di sfacciataggine, chiesi a Søren, nel mio inglese allora davvero improbabile, un indirizzo a cui inviare una cartolina dall'Italia.
Qualche settimana dopo scrissi un bellissimo biglietto, molto creativo, e lo spedii all'indirizzo, che ancora oggi conservo come una reliquia. Con l'occasione, chiesi se c'era la possibilità di acquistare un bead allora ritirato da oltre un decennio.
Dopodiché…fine! Mi dimenticai di tutto. Non rispose e, beh, "normale" mi dissi.
Un paio di mesi dopo, quando ormai non ci pensavo davvero più, quattro o cinque giorni dopo il mio compleanno, a casa mia arrivò una busta, direttamente da Copenaghen, contenente una bellissima lettera scritta da Rosita Kanto per conto di suo zio Søren. Ero sulle scale, mi dovetti sedere! Unitamente alla lettera, in un sacchettino, c'era il bead di cui avevo chiesto notizie. All'epoca era l'unico bead ritirato del 1977, anno in cui sono nata: "Angle, Flat" (angolo piatto), erroneamente chiamato "Angelo" in Italia (non so come mai).
Dopo questo primo incontro con il famoso designer Trollbeads, nonché figlio del capostipite Svend Nielsen, hai intrattenuto con lui un rapporto di corrispondenza? Ci sono stati altri incontri o eventi che vi hanno in qualche modo accomunati?
Ad essere onesta, in seguito a questo meraviglioso regalo, furono pochissimi i contatti avuti con lui. Pochi messaggi su Messenger, da parte sua, ma la prima Noce Tripartita, simbolo di Malate, la spedii a lui, per ricambiare il gesto inaspettato.
Lo stesso feci, negli anni a seguire, con il Fotolibro, iniziative molto apprezzate tra le attività del gruppo: una copia sia del primo che del secondo libro, gli vennero recapitate presso il prezioso indirizzo che, a seguito di una ricerca su Google, risultò essere nientemeno che un recapito personale, non riconducibile a nessuna delle sedi della azienda.
Parliamo un poco del gruppo, il nome non dovrebbe lasciare adito a dubbi ma vuoi raccontarci come è stato scelto e perché?
Ricordo che all'inizio fu "Malate di Trollbeads" a cui venne successivamente aggiunto l'aggettivo "malati", inglobando così anche il pubblico maschile.
Quando mia sorella aprì la pagina, e subito dopo il gruppo, qualcuno prima di lei aveva già fatto lo stesso. Ricordo un gruppo straniero dal nome abbastanza eloquente "Trollbeads Victims", per fare un esempio. Credo si ispirò a questo. Ricordo di aver scritto, in uno dei primi post "se anche voi vi sentite MALATE DI TROLLBEADS, allora siete nel posto giusto, ma se è una CURA quello che cercate, qui non la troverete".
Inizialmente era poco più di un gioco, poi la presi come una sfida: raggiungere i 3.000 iscritti, che quasi automaticamente divennero 4.000 e poi superarono i 5.000. Fu allora che, pur in percentuale molto bassa, qualche maschietto fece notare di non essere malata, ma malato. Così Gabriella modificò il nome.
Una delle caratteristiche del tuo gruppo è quella di avere dedicato, più o meno a cadenza annuale, per un certo lasso di tempo, un bead. Io stessa posseggo uno di questi, la "Noce Tripartita" in argento, che ricordo realizzasti con la collaborazione di Melissa Gambaro, che ora ha un laboratorio orafo tutto suo, "Melgiò".
Ci racconti brevemente le varie uscite negli anni e come sono state progettate?
Sarà difficilissimo essere brevi, Elena!
La noce tripartita ha una storia molto speciale. Devi sapere che il 2013 per me è stato un anno tremendo. A livello personale dovetti affrontare la separazione dal padre dei miei figli e non fu una passeggiata. Era da poco passato Natale ed io ero al termine di un anno allucinante, fatto soprattutto di incomprensioni (per voler usare un eufemismo!) con il mio ex. Fu allora che la mamma di un mio carissimo amico, mi regalò una noce spiegandomi che non era una noce qualunque, ma aveva la particolarità di essere trilobata. Mai vista una roba simile prima di allora!
Cominciai a fare qualche ricerca e scoprii che la tripartitura non è altro che un errore genetico. Come, ad esempio, il quadrifoglio, solo molto più raro.
Strano a credersi, ma poche settimane più tardi la mia vita, che nel 2013 sembrava essere finita, migliorò sotto tutti i punti di vista. Ebbi un'annata straordinaria, nel 2014, fu senza dubbio il "mio" anno.
Quando conobbi Melissa, le proposi di farmi la noce in argento, e fu un successo al di sopra di qualsiasi aspettativa!
In seguito, le nostre vite presero strade diverse, a volte accade, magari a causa dell'opinione sbagliata che uno si fa a proposito di un comportamento, o magari perché per qualche ragione si smette di andare d'accordo. Qualcosa si ruppe.
Di fatto, a parte quella prima fortunatissima produzione, che ci tenne impegnate per tutta l'estate del 2016, la collaborazione con questa amata artigiana si concluse, ma si aprì quella con Michela Falchetti, che cura la realizzazione dei beads di Malate dall'inverno del 2017.
Con Miky, il primo lavoro ex novo fu il Kintsugi, nel 2017, pensato perché, all'epoca, era molto di moda il tema oriente e mi pareva un'idea molto originale, ambiziosa (vista la difficoltà nel realizzare la fuga in oro) e di grande significato: la rinascita dai propri errori, l'orgoglio per le proprie cicatrici. In molti si immedesimarono in questi aspetti.
Poi seguirono, nel 2018, lo Scrigno Magico, dal design molto ricercato (reca un'incisione circolare ambigrammata, ottenuta al laser, intorno ad un piccolo opale) e l'Anello Stregato, ispirato al bead.
Il 2019 fu un altro anno strano, per me: un altro fallimento sentimentale fu alla base di mancanza di trasporto per il gruppo, mancanza di idee, voglia di smettere. Lì fu fondamentale il mio staff, Chiara Rovati e Giuseppe Di Meo. Loro erano e sono fonte di motivazione quotidiana. Mi hanno incoraggiata fino allo sfinimento, a non mollare il gruppo, a trovare idee per contest e iniziative varie. E nacque la Chiusura Sistema Solare che, devo essere onesta, non ebbe il successo sperato.
Ma sai, il gruppo, come ogni cosa, va curato, coccolato. Io non ero in grado di capire cosa fosse giusto per me, allora. Come potevo decidere per 5.000 e più persone?
Diciamo che, un timido tentativo di ripresa l'ho tentato lo scorso anno, con il set di vetri "Alice in Wonderland", realizzato da Luisa Vetuschi (stupendo, se posso dirlo senza sembrare autocelebrativa), ma è per quest'anno che ho i programmi più accattivanti, grazie al mio nuovo braccio destro, Anita "Princi" Bottari e al bead inedito, che uscirà a breve e che, nemmeno a dirlo, sarà proprio simbolo di resilienza.
Ah, dimenticavo! La nostra importantissima Rondellina di Malate! Questo è davvero un pezzo raro: è stato concesso esclusivamente a chi ha collaborato con il gruppo, o come premio per qualche gioco, a volte perfino impreziosita da brillanti! Solo per persone speciali, perché lei stessa è speciale!
Rimanendo ancora un attimo in tema di creatività, nel tuo gruppo non hai soltanto proposto beads dedicati ma anche fotolibri ed altre idee originali, vuoi parlarcene?
Quella del Fotolibro fu, senza dubbio, una delle gare più amate dal gruppo.
Il gioco consisteva nell'inviare una foto che rappresentasse il partecipante intento in una attività a lui affine, indossando naturalmente l'amato gioiello Trollbeads.
Si decretavano dieci finalisti, tra cui il podio, con il terzo e secondo posto e, infine, il vincitore, che si aggiudicava la copertina e una copia del libro.
Due anni dopo, nel 2018, proposi la seconda edizione, "Ritratti", che aveva, tra l'altro, la particolarità di assegnare ad ogni foto, a titolo di descrizione, un bead e il suo significato.
Di queste due gare esistono due video, caricati su YouTube. Sono stati realizzati per poter permettere a tutti di vedere le foto.
Il prossimo Fotolibro si intitolerà "Trollbeads in giro per il mondo" e celebrerà le città, i paesi o i semplici passaggi, a cuore ai nostri amici del gruppo.
L'aspetto creativo è senza dubbio il più caratterizzante per un gruppo ma non è l'unico, l'aspetto ricreativo occupa una grossa fetta di spazio al suo interno, tra lotterie, giochi a premi, iniziative benefiche. Quale pensi sia più accattivante e raccolga maggior partecipazione, secondo la tua esperienza passata?
Sento spesso dire da molte persone che guardano a "Malate" come il loro primo gruppo, quello dove è nata la loro passione, le loro Troll-amicizie.
Credo che la marcia in più del mio gruppo, sia stata promuovere negli anni giochi come quello, ad esempio, dei beads nella bottiglia: le persone si collegavano con puntualità per ricevere gli indizi utili al fine di indovinare il "benedetto numero di questi beads!". Conservo ancora tutte le cartoline che ho ricevuto, era il mezzo con cui i partecipanti tentavano di indovinare e vincere il gioco ed il premio in palio.
Anche gli scambi a catena furono un successo, perché in un colpo solo ti liberavi di un bead che non indossavi, ne ricevevi uno a sorpresa e, molto spesso, facevi amicizia con chi ti inviava o con chi riceveva da te il bead.
Uno dei giochi più belli, mai realizzati, che richiese un mese e mezzo di lavoro, tra preparazione e realizzazione, fu il CLUM (Contest Lungo Un Mese). Sfortunatamente lo misi in atto quando "Malate" si trovava in una fase molto bassa della sua attività, e parteciparono in pochissimi. Fosse stato anche solo per cinque persone, io sono persona di parola e le cose le porto a termine. E così feci! Il CLUM si concluse il giorno di Natale 2019, come previsto, dopo venticinque giorni di giochi a premi. Neppure Perlunica credo abbia mai fatto tanto!
In ultima battuta, devo assolutamente riconoscere che, quello in cui "Malate e Malati" hanno dato il meglio, negli anni, sono le iniziative benefiche. Lotterie e vendita di argenti esclusivi, per fare un paio di esempi, sono valse donazioni a nome del gruppo in favore di associazioni che si occupano soprattutto di ricerca.
Nel gruppo, nel corso degli anni, si sono avvicendate diverse persone con differenti ruoli. Tu Chiara, sei sempre stata, da un certo punto in poi, al timone ma ti abbiamo vista, in questi ultimi due anni, meno presente al punto che si pensava il gruppo fosse in stop.
Come mai? Cosa ti aveva disamorata? E cosa invece oggi ti ha donato la carica per ripartire?
Sono state diverse le ragioni che mi hanno in qualche modo condizionata negativamente.
Forse il primissimo motivo, detto in tutta onestà, fu la gelosia verso il gruppo ed i suoi membri: vedevo progressivamente nascere nuovi gruppi, tantissimi fondati da membri di "Malate" e in questi vedevo risolte le problematiche che io misi anni a risolvere e regolare a "casa mia". Venivo criticata di essere supponente, a volte, da persone che semplicemente non avevano l'umiltà di accettare critiche costruttive. Mi sono spesso detta "sembra un lavoro, con la differenza che non sono pagata", e lo dicevo con amarezza e rabbia, alcune volte.
Questo aspetto, a cui molti forse non pensano, è un aspetto fondamentale poiché autofinanziare concorsi e giochi a premi è un impegno economico gravoso che non sempre è possibile portare a termine, soprattutto quando il sostegno arriva da poche persone, quasi sempre le stesse.
Poi, come accennavo prima, il 2018/19 ha portato tanta confusione nella mia vita privata, non sapere come proseguire con la propria vita, rende molto difficile organizzare (anche se solo per le attività di un gruppo) quella degli altri. Ho abbandonato "Malate" e sono uscita perfino da Facebook, perché ero molto triste, destabilizzata da ciò che mi capitava di leggere, di vedere, mi sentivo incompleta. Ripensarci mi muove un sentimento di forte compassione per la me di allora.
Imparare ad amare di nuovo le cose che faccio, fa di me una persona in grado non di cancellare le ombre del passato, ma di separare il passato dal presente e proiettare le mie energie verso il futuro.
A questo punto non mi resta che un'ultima domanda, che sono certa sia la stessa che in molti si stanno ponendo: che progetti hai per il futuro di "Malate e Malati di Trollbeads"? Puoi rivelarci qualcosa?
Il gruppo, a partire da domani, non sarà più soltanto una bacheca dove vendere o comprare o scambiare pezzi Trollbeads inutilizzati, ma diventerà bacheca per artigiani che possono entrare a fare parte di una rubrica settimanale in cui proporre le proprie idee che abbiano una attinenza con Trollbeads.
Stessa cosa per molti rivenditori, che possono prendere parte ad un circuito a rotazione con lo scopo di stimolare l'attenzione verso gioielli di catalogo, per offrire ai membri del gruppo la possibilità di acquisti responsabili e senza sensi di colpa.
Contiamo di pianificare, con cadenza regolare, post sui temi "Museum" e "Fusion" dove aprire confronti sui pezzi ritirati o sulla combinazione di Trollbeads con altri brand, possibilmente avvalendoci della collaborazione di persone esperte degli argomenti.
È inoltre di nuovo attiva la nostra pagina di Instagram, a cura di mia sorella Gabriella, da sempre appassionata di fotografia, da una settimana è rientrata a tutti gli effetti nello staff di "Malate". Un canale, quello di Instagram, che offre lo sbocco anche verso un pubblico diverso, che si affaccia magari a Trollbeads per la prima volta.
Penso, anche se è ancora un'idea embrionale, che studieremo qualche bella iniziativa in favore dei membri più attivi. Facebook offre la possibilità di monitorare post, commenti e reazioni e accreditarli in maniera da poter stilare ogni mese una classifica. Credo che premiare il trasporto, oltre ad essere gratificante, stimoli le persone ad una maggior presenza, e questo è il più alto valore, in un gruppo. Mi farò senz'altro venire un'idea al riguardo.
E, come ho detto sopra, ho già pronti per il lancio il nuovo Fotolibro e un bead inedito.
Non mi resta che invitare tutti a seguirci, su Facebook e su Instagram, e partecipare alle nostre attività perché, per restituire a "Malate" lo smalto di un tempo, è fondamentale una unica cosa: la presenza di tutti i suoi membri!
Se mi è permesso, vorrei fare alcuni ringraziamenti.
Vorrei ringraziare te Elena, prima di tutti, per aver notato che oggi (14 marzo) è il compleanno di Malate, ed esserti prodigata affinché questa intervista fosse pronta in tempo per festeggiare questa ricorrenza.
Inoltre sento fortissimo il desiderio di ringraziare, oltre ai miei collaboratori di sempre, Michela Falchetti per essersi dimostrata molto più che una amica, nei momenti in cui stavo proprio per dire "basta! Chiudo Malate!". A lei devo riconoscere "la spinta" determinante ad abbandonare questa idea.
Grazie anche a Marida Augeri, amica e "fata madrina", admin di un gruppo col quale spero di poter organizzare un gemellaggio.
Infine, ma non ultime, la mia amica Anita che, quando le ho detto "da sola non ce la faccio. Sali a bordo?" credo non abbia riflettuto nemmeno trenta secondi e subito ha scodellato tutte le idee dalle quali è poi partito il tutto, e mia sorella Gabriella, che mi ha regalato questi nove splendidi anni. GRAZIE!
Chiara, attraverso questa intervista hai raccontato ed hai fatto conoscere non soltanto l'aspetto del gruppo e delle sue dinamiche, ma te stessa, mettendoti a nudo col cuore in mano, cosa che non tutti sarebbero disposti a fare, vuoi per pudore, vuoi per riservatezza, che alla fin fine sono un po' la stessa cosa, con la sola differenza che taluni sono restii a narrare del proprio vissuto e non ammetterebbero mai pubblicamente le proprie debolezze.
Anima e corpo hai dedicato ed anima e corpo sono certa che continuerai a dedicare, affinché la soddisfazione all'interno del gruppo sia di tutti.
Ricordo molto bene i miei primi anni in questo mondo, i gruppi si contavano sulle dita di una mano, tra membri ci si conosceva più o meno tutti di nome o di "fama", così come ricordo questo gruppo di Chiara essere uno dei più attivi.
La passione per il componibile poi è via via aumentata e così anche la sua notorietà, al punto che, ad oggi, risulta difficile tenere conto del numero dei gruppi nati dedicati a Trollbeads e ad altri marchi.
Credo sia fisiologico, a un certo punto, per chi ha voglia di esprimersi a tutto tondo, decidere di aprire un proprio gruppo, senza per questo rinnegare dove si è stati prima accolti, quindi la "gelosia" che hai detto di provare è comprensibile, un sentimento che accomuna le persone che hanno condiviso qualcosa, un sentimento che può albergare in ognuno di noi sotto diverse forme. Ogni gruppo ha delle peculiarità e credo sia interessante per i membri vedere quali attività e come si differenziano i vari Admin. Mi piacerebbe trovare maggior collaborazione tra gruppi e una sana competizione così da non rendere certe iniziative un "copia e incolla" di altre. Ispirarsi a vicenda fa parte del gioco, copiare invece è solo una ingannevole scorciatoia che, alla fine, non ti fa arrivare primo.
La cifra di un gruppo la fa il suo leader, che proponendo le proprie idee può trovare più o meno consensi.
Chiara è senza dubbio un leader di questo tipo, determinata e mossa dalla passione; ha elencato un programma ben nutrito che lascia intendere una ripartenza in grande stile.
Auguro quindi al gruppo "Malate e Malati di Trollbeads" buon compleanno e lunga vita!
Questo è il link al gruppo: https://www.facebook.com/
Questo è il link ad Instagram del gruppo: https://instagram.com/
Noi ci ritroveremo qui, a breve, con altre novità e un imminente altro compleanno da festeggiare, quello del mio blog :-)annotatevi perciò questa data: 27 marzo.
A presto,
Elena
(Le fotografie sono di proprietà di Chiara Parlavecchio, gentilmente concesse per questa intervista)
(© Vietata la copia e la riproduzione dei contenuti ed immagini in qualsiasi forma, da me non espressamente autorizzata)
ENGLISH
(I apologize if my translation is incorrect)
Beads and groups: interview with Chiara Parlavecchio, administrator of the group "Malate e Malati di Trollbeads"
Today we celebrate a special birthday, the birthday of the Facebook group "Malate e Malati di Trollbeads".
Nine are the candles on which to blow, nine years in which the group has grown, evolved, took a break and is now ready to start again, as they say, great with Chiara Parlavecchio at the helm, whom I interviewed for the occasion.
First of all, however, I would like to write what "group" means within Facebook, for those who are beginners or for those who are reading us even if they do not fully know the variegated world of beads.
To do this, I will link to one of my articles written some time ago and which you can find complete here in the blog.
The passion for the world of beads meant that groups were born, mainly on Facebook, with the aim of being able to exchange information, share photographs of their bracelets and necklaces, look for the beads withdrawn and therefore difficult to find without the help of some "trollina" (an adjective often used that implies a passion for the Trollbeads brand which, as I have already written, was the precursor of modular jewelery).
The aim is the same, to share a passion, the means are different, depending on who manages the group.
If you are a beginner with the world of beads, I would like to advise you to try to access these groups, they are a great way to delve into the "matter" (hazard? Beadsology ... you say that I have coined a new name ?!; -)), to get to know passionate and passionate people like you and to literally polish your eyes.
To access it simply, in the Facebook search lens, type "beads" and some of them already appear, or type "Trollbeads" and select the various groups in the list that comes out.
A request will have to be made in order to be admitted, some require you to answer some (simple) question aimed more than anything else to understand if you are really interested or just curious, in this case, who has no interest in joining groups in which we speak of beads, will not be accepted, only to maintain a certain order and a certain serenity.
It goes without saying that in these groups (which deal with various brands) beautiful friendships have been born and some from the virtual have flowed into the real, because there is nothing more beautiful than being able to look into each other's eyes and maybe exchange a hug, even if, now as now, hugs are barred from us.
I myself have had the opportunity to establish relationships within these groups, which have become real friendships.
In short, groups have become a virtual space in which to meet and discuss common passions.
After this premise on groups in general, we come to Chiara, for those who do not know her I leave you two notes about her, after which we will go into the heart of "Malate" through the interview I did to her.
CHIARA PARLAVECCHIO, known as Kia, was born and lived in Milan (Italy), where she graduated from the Caravaggio Art High School in '96. The following year he decided to give up university studies, starting an eclectic career path, taking advantage of the many possibilities that a city like Milan could offer at that time to a twenty-year-old.
In 2002 she got married and, in 2004, she left Milan triggering a long chain of changes, both from a working and a sentimental point of view.
Today he lives in Piedmont (Italy), in the splendid setting of the Langhe, with his partner Fabio and his two sons, Mattia and Maila and works in a restaurant; over time she has preferred an occupation in contact with the public, over the loneliness and pressures of the various employee roles occupied in the years prior to marriage.
Before the pandemic, which hit our country and beyond last year, she loved to travel, often on a motorcycle with Fabio, but also alone. He loves historic cities, but often fails to experience them 100% due to a big limitation: dizziness! This excludes from its rounds palaces, towers, domes, etc. .
Chiara, the very first question is: how did you get to know Trollbeads and how did the spark strike?
I approached Trollbeads the year my son was born, 2008, when going to buy DoDo by Pomellato in my trusted jewelry store, in the shop window I saw a super sparkling and colorful bracelet and it was love at first sight: that winter I bought a bracelet with Flower Lock, at a daily price of Trollbeads, and a glass ... that could only be Milan!
The idea of the group was born from your sister Gabriella, how did she manage to involve you?
In reality it was I who involved her, with the first purchase at the end of 2011, in October I think, during a Trollbeads event in Milan in which I dragged her along. At the time she listened to my stories on the subject looking at me as if I was crazy but then, shortly after, now "infected", she opened the first page "Malate di Trollbeads" and then the group.
We know you met Søren Sølvsmed. How did the meeting take place, thanks to whom or on what occasion? And tell us, how excited were you?
At the time Facebook was not yet so in use, let alone the theme groups, and every news I received from my reseller (at the time I lived in Acqui Terme) was "gold", it was "oxygen" and I reported it with pride, as was the oracle. So it was that thanks to her I learned of a demonstration in the Temporary Store Trollbeads in Milan with Søren Sølvsmed in mind. An unmissable thing, was it not for the fact that I was a two hour drive away and had two small children (Maila was just under 2 years old). I didn't sleep there all night.
So finally I, Gabriella and my son Mattia, went to the shop and once there, seeing Søren inside, I couldn't make up my mind to enter! I felt tears rise with emotion, something I can't explain.
Taken courage, everything took place in total normality: the purchase of the beads, the autographed copy by Søren of the book "Trollbeads, an icon of jewelry design", the pleasantries with the "vip".
Then, seized by a fit of brazenness, I asked Søren, in my very unlikely English, for an address to send a postcard from Italy to.
A few weeks later I wrote a beautiful, very creative note and sent it to the address, which I still keep today as a relic. On this occasion, I asked if there was the possibility of buying a bead that had been retired for over a decade.
After that… end! I forgot about everything. He didn't answer and, well, "normal" I told myself.
A couple of months later, when I didn't really think about it anymore, four or five days after my birthday, an envelope arrived at my house, straight from Copenhagen, containing a beautiful letter written by Rosita Kanto on behalf of her uncle Søren. I was on the stairs, I had to sit down! Together with the letter, in a small bag, was the bead I had asked about. At the time it was the only bead retired in 1977, the year I was born: "Angle, Flat", erroneously called "Angelo" in Italy (I don't know why).
After this first meeting with the famous designer Trollbeads, as well as the son of the progenitor Svend Nielsen, did you have a correspondent relationship with him? Were there any other meetings or events that in some way brought you together?
To be honest, following this wonderful gift, there was very little contact with him. Few messages on Messenger, for his part, but the first "Noce Tripartita" (Tripartite Walnut), symbol of Malate, I sent it to him, to return the unexpected gesture.
I did the same, in the following years, with the Photo Book, very popular initiatives among the group's activities: a copy of both the first and the second book were delivered to him at the precious address which, following a Google search, turned out to be nothing less than a personal address, not attributable to any of the company's offices.
Let's talk a little about the group, the name shouldn't leave room for doubt but would you like to tell us how it was chosen and why?
I remember that at the beginning it was "Malate di Trollbeads" to which the adjective "sick" was later added, thus also incorporating the male audience.
When my sister opened the page, and immediately after the group, someone before her had already done the same. I remember a foreign group with a rather eloquent name "Trollbeads Victims", for example. I think he was inspired by this. I remember having written, in one of the first posts "if you too feel SICK WITH TROLLBEADS, then you are in the right place, but if what you are looking for is a CURE, you will not find it here".
Initially it was little more than a game, then I took it as a challenge: to reach 3,000 subscribers, which almost automatically became 4,000 and then exceeded 5,000. It was then that, albeit in a very low percentage, some boys pointed out that they were not "malata", but "malato" (sick). So Gabriella changed the name.
One of the characteristics of your group is to have dedicated, more or less annually, for a certain period of time, a bead. I myself own one of these, the silver "Noce Tripartita", which I remember you made with the collaboration of Melissa Gambaro, who now has a goldsmith workshop of her own, "Melgiò".
Can you briefly tell us about the various releases over the years and how they were designed?
It will be very difficult to be short, Elena!
The tripartite walnut has a very special history. You must know that 2013 was a terrible year for me. On a personal level I had to deal with the separation from my children's father and it was not a walk in the park. It was just past Christmas and I was at the end of a hallucinating year, made above all of misunderstandings (to put it mildly!) With my ex. It was then that the mother of a very dear friend of mine gave me a walnut as a gift, explaining that it was not just any walnut, but it had the particularity of being trilobed. Never seen anything like this before!
I began to do some research and discovered that tripartiture is nothing more than a genetic error. Like, for example, the four-leaf clover, only much rarer.
Strange to believe, but a few weeks later my life, which seemed to be over in 2013, improved in all respects. I had an extraordinary year, in 2014, it was undoubtedly "my" year.
When I met Melissa, I proposed to make me the silver walnut, and it was a success beyond all expectations!
Later, our lives took different paths, sometimes it happens, perhaps because of the wrong opinion that one has about a behavior, or perhaps because for some reason one stops getting along. Something broke.
In fact, apart from that first very successful production, which kept us busy throughout the summer of 2016, the collaboration with this beloved artisan ended, but the one with Michela Falchetti began, who takes care of the realization of the Malate beads from winter. of 2017.
With Miky, the first work from scratch was the Kintsugi, in 2017, conceived because, at the time, the oriental theme was very fashionable and it seemed to me a very original, ambitious idea (given the difficulty in creating the gold fugue) and of great significance: rebirth from one's mistakes, pride in one's scars. Many identified with these aspects.
Then followed, in 2018, the "Scrigno Magico" (Magical Casket), with a highly sought-after design (it bears an ambigrammed circular engraving, obtained by laser, around a small opal) and the "Anello Stregato" (Bewitched Ring), inspired by the bead.
2019 was another strange year for me: another sentimental failure was at the basis of a lack of transport for the group, lack of ideas, desire to quit. There my staff, Chiara Rovati and Giuseppe Di Meo, were fundamental. They were and are a source of daily motivation. They encouraged me to the point of exhaustion, not to give up the group, to find ideas for contests and various initiatives. And the "Chiusura Sistema Solare" (Solar System Lock) was born which, I must be honest, did not have the desired success.
But you know, the group, like everything, must be cared for, pampered. I wasn't able to figure out what was right for me then. How could I decide for 5,000 or more people?
Let's say that I tried a shy attempt at recovery last year, with the "Alice in Wonderland" glass set, created by Luisa Vetuschi (wonderful, if I may say it without sounding self-congratulatory), but it is for this year that I have the most captivating programs, thanks to my new right arm, Anita "Princi" Bottari and the unpublished bead, which will be released shortly and which, needless to say, will be a symbol of resilience.
Ah, I forgot! Our very important Malate bead Rondellina! This is truly a rare piece: it was granted exclusively to those who collaborated with the group, or as a prize for some games, sometimes even embellished with diamonds! Only for special people, because she is special herself!
Remaining a moment on the subject of creativity, in your group you have not only proposed dedicated beads but also photo books and other original ideas, do you want to tell us about it?
That of the photo book was, without a doubt, one of the most loved races by the group.
The game consisted of sending a photo that represented the participant intent on a similar activity, naturally wearing the beloved Trollbeads jewel.
Ten finalists were declared, including the podium, with the third and second place and, finally, the winner, who won the cover and a copy of the book.
Two years later, in 2018, I proposed the second edition, "Portraits", which had, among other things, the particularity of assigning to each photo, by way of description, a bead and its meaning.
There are two videos of these two races, uploaded to YouTube. They were made to allow everyone to see the photos.
The next photo book will be titled "Trollbeads around the world" and will celebrate the cities, towns or simple passages, dear to our friends in the group.
The creative aspect is undoubtedly the most characteristic for a group but it is not the only one, the recreational aspect occupies a large slice of space within it, including lotteries, prize games, charities. Which do you think is more captivating and collects more participation, according to your past experience?
I often hear from many people that they look to "Malate" as their first group, the one where their passion was born, their Troll-friendships.
I think that the plus of my group has been to promote games like the one, for example, of the beads in the bottle over the years: people connected on time to receive the useful clues in order to guess the "blessed number of these beads! ". I still keep all the postcards I received, it was the means by which the participants tried to guess and win the game and the prize up for grabs.
The chain swaps were also a success, because in one fell swoop you got rid of a bead you weren't wearing, you received a surprise one and, very often, you made friends with whoever sent you or with whoever received the bead from you.
One of the most beautiful games ever made, which required a month and a half of work, between preparation and implementation, was the CLUM (One Month Long Contest). Unfortunately I put it into action when "Malate" was in a very low stage of its activity, and very few participated. Even if it was only for five people, I am a person of my word and I finish things. And so I did! CLUM ended on Christmas Day 2019, as expected, after twenty five days of prize games. I don't think Perlunica (Italian distributor) has ever done so much!
Lastly, I must absolutely recognize that what "Malate e Malati" have given their best over the years are charitable initiatives. Lotteries and the sale of exclusive silver, to name a couple of examples, have earned donations on behalf of the group in favor of associations that are mainly involved in research.
In the group, over the years, several people with different roles have alternated. You Chiara, from a certain point onwards, you have always been at the helm but we have seen you, in the last two years, less present to the point that we thought the group was on hold.
Why? What made you out of love? And what instead gave you the office to start again today?
There were several reasons that in some way affected me negatively.
Perhaps the very first reason, said in all honesty, was jealousy towards the group and its members: I saw progressively the birth of new groups, many founded by members of "Malate" and in these I saw solved the problems that I spent years solving and regulating at my home". I was criticized for being opinionated at times by people who simply did not have the humility to accept constructive criticism. I have often said to myself "it looks like a job, with the difference that I am not paid", and I said it with bitterness and anger, sometimes.
This aspect, which many perhaps do not think about, is a fundamental aspect since self-financing competitions and prize games is a heavy economic commitment that is not always possible to complete, especially when the support comes from a few people, almost always the same.
Then, as I mentioned before, 2018/19 brought so much confusion into my private life, not knowing how to continue with one's life, makes it very difficult to organize (even if only for the activities of a group) that of others. I left "Malate" and even left Facebook, because I was very sad, destabilized by what I happened to read, to see, I felt incomplete. Thinking about it moves me a feeling of strong compassion for me back then.
Learning to love the things I do again makes me a person capable not of erasing the shadows of the past, but of separating the past from the present and projecting my energies towards the future.
At this point I just have one last question, which I am sure is the same that many are asking: what are your plans for the future of "Sick and Sick of Trollbeads"? Can you tell us something?
Starting tomorrow, the group will no longer be just a showcase where to sell or buy or exchange unused Trollbeads pieces, but will become a showcase for craftsmen who can become part of a weekly column in which to propose their own ideas that have a bearing on Trollbeads.
Same thing for many retailers, who can take part in a rotating circuit with the aim of stimulating attention to catalog jewelery, to offer group members the possibility of responsible and guilt-free purchases.
We plan to regularly plan posts on the themes "Museum" and "Fusion" where to open comparisons on the retired pieces or on the combination of Trollbeads with other brands, possibly with the collaboration of experts on the topics.
Our Instagram page is also active again, edited by my sister Gabriella, who has always been passionate about photography, and for a week she returned to all intents and purposes in the staff of "Malate". A channel, that of Instagram, which also offers an outlet to a different audience, perhaps looking out at Trollbeads for the first time.
I think, even if it is still an embryonic idea, that we will study some good initiatives in favor of the most active members. Facebook offers the possibility to monitor posts, comments and reactions and credit them in order to be able to draw up a ranking every month. I believe that rewarding transport, in addition to being rewarding, stimulates people to a greater presence, and this is the highest value, in a group. I will certainly get an idea about it.
And, as I said above, I have the new Photo book and an unreleased bead ready for launch.
I just have to invite everyone to follow us, on Facebook and Instagram, and participate in our activities because, to give "Malate" back the polish of the past, only one thing is essential: the presence of all its members!
If I am allowed, I would like to say some thanks.
I would like to thank you Elena, first of all, for noticing that today (March 14) is Malate's birthday, and for having done your utmost to have this interview ready in time to celebrate this anniversary.
I also feel very strong the desire to thank Michela Falchetti, in addition to my long-time collaborators, for having proved to be much more than a friend, in the moments when I was just about to say "enough! I'm closing Malate!". To her I must recognize the decisive "push" to abandon this idea.
Thanks also to Marida Augeri, friend and "fairy godmother", admin of a group with whom I hope to be able to organize a twinning.
Last but not least, my friend Anita who, when I told her "I can't do it alone. Get on board?" I think he didn't even think thirty seconds and immediately poured out all the ideas from which it all started, and my sister Gabriella, who gave me these nine wonderful years. THANK YOU!
Chiara, through this interview you have told and made known not only the aspect of the group and its dynamics, but yourself, putting yourself naked with your heart in your hand, something that not everyone would be willing to do, either out of modesty, you want to confidentiality, which in the end are a bit the same thing, with the only difference that some are reluctant to tell about their experience and would never publicly admit their weaknesses.
Soul and body you have dedicated and soul and body I am sure that you will continue to dedicate, so that the satisfaction within the group is for everyone.
I remember very well my first years in this world, groups could be counted on the fingers of one hand, between members we all knew each other more or less by name or "fame", just as I remember this group of Chiara being one of the most active.
The passion for the modular has gradually increased and so has its notoriety, to the point that, to date, it is difficult to take into account the number of groups born dedicated to Trollbeads and other brands.
I think it is physiological, at a certain point, for those who want to express themselves in the round, to decide to open their own group, without denying where they were first welcomed, so the "jealousy" you said to feel is understandable, a feeling that unites people who have shared something, a feeling that can harbor in each of us in different forms. Each group has its own peculiarities and I think it is interesting for the members to see which activities and how the various Admin differ. I would like to find greater collaboration between groups and healthy competition so as not to make certain initiatives a "copy and paste" of others. Inspiring each other is part of the game, copying is just a deceptive shortcut that doesn't get you first in the end.
The figure of a group is made by its leader, who by proposing his own ideas can find more or less consensus.
Chiara is undoubtedly a leader of this type, determined and moved by passion; she has listed a well-fed program that suggests a restart in a big way.
So I wish the group "Malate e Malati di Trollbeads" happy birthday and long life!
We will meet here, shortly, with other news and another upcoming birthday to celebrate, that of my blog :-) so write down this date: March 27th.
See you soon,
Elena
(The photographs are owned by Chiara Parlavecchio, kindly granted for this interview)
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